PANDA 30 e 45:
la prima serie

Come avete letto nell’intervista a Giorgietto Giugiaro, l’idea e le linee della Panda nascono nella calda estate del 1976 ad opera di un giovane Giorgetto Giugiaro che mette in questo progetto tutta la sua passione e competenza. Dopo tutte le prove iniziali si giunge al modello di stile in gesso che verrà chiamato “Zero”, presentato dall’Italdesign nel febbraio del 1977. Su questo prototipo molte delle idee del designer vengono “ingentilite” e rese più adatte per la produzione in serie ma, esteticamente, le forme e la volumetria sono praticamente quelle definitive. Nell’autunno dello stesso anno si appronta la prima scocca in lamiera e il progetto passa a Fiat per l’ingegnerizzazione e la produzione, assumendo il numero interno di progetto 141. Si allestiscono 34 “muletti” di questa nuova vettura per testare l’accoppiamento con il motore bicilindrico che in questo caso diventa anteriore, così da renderlo del tutto affidabile. Dai primi mesi del 1978 si lavora per costruire le linee di produzione rendendole il più automatizzate possibile con l’uso dei primi robot. Per testare i macchinari si costruirono quindi trenta esemplari di verifica, seguiti da dieci di pre-serie, completi e funzionanti, utilizzati per test di lunga durata in giro per il mondo, totalizzando oltre tre milioni di chilometri nelle condizioni più estreme. Altri 4 esemplari sono utilizzati per i crash test e 125 vetture sono usate per la ricerca di tutti quei particolari migliorabili o per trovare dei difetti di produzione. Tutto questo a dimostrazione del fatto che la Fiat, nonostante il periodo non certamente facile, tenesse particolarmente alla buona riuscita del progetto. Così, tutto è pronto per gli inizi del 1980. Il nome definitivo che viene scelto è “Panda”, in omaggio al grande e pacioso mammifero cinese. La presentazione ufficiale avviene al Salone di Ginevra, il 4 marzo del 1980. Ai giornalisti si spiega che il prodotto è incentrato su sei punti fondamentali: economia, robustezza, praticità, spazio, comfort e vivacità. Il concetto di utilitaria viene ripensato completamente e reso più moderno ed attraente. In fondo il segmento delle piccole city car e delle vetture medie continua a vendere per oltre il 50% del mercato e ormai sia la 126 e sia la 127 cominciano a risentire del peso degli anni, non essendo più all’altezza. La Panda le fa, del resto, invecchiare di colpo, dando il colpo di grazia.
LA CARROZZERIA
In una lunghezza di appena 3,38 metri offre cinque posti relativamente comodi, un abitacolo arioso e moderno, con una ottima visibilità, un vano per i bagagli di grande capacità (272 dm³ aumentabili a 632 con il ribaltamento del sedile, oppure 984 dm2 con il sedile posteriore asportato) e una meccanica semplice e robusta, sia nella versione base a due cilindri e sia nella versione a 4 cilindri, (nonostante sia stato realizzato per la Panda 30 un motore completamente riprogettato, è stata scelta una meccanica economica e ultracollaudata per abbattere i costi. Un motore bicilindrico raffreddato ad aria nato nel 1957 era, di fatto, ormai vetusto già negli anni 80). Gli ampi fascioni paraurti, già visti negli anni ’70 sulla Renault 5 e sulla Fiat Ritmo, assumono una valenza stilistica diversa in quanto proseguono idealmente sulle fiancate. Nell’idea originaria di Giugiaro le parti laterali dovevano essere anch’esse dello stesso materiale dei paraurti, ma invece si preferì optare per una verniciatura in materiale protettivo antipietra studiato appositamente. Inoltre scompaiono i gocciolatoi e le fiancate sono saldate con delle giunture nascoste. Come è noto poi i vetri sono tutti piatti e, vinta la iniziale mancanza di tecnologia per produrli nel settore automobilistico, una volta avviata la produzione risultano estremamente economici. Esteticamente i due grandi fari anteriori quadrati con indicatori di direzione arancioni a lato si integrano perfettamente nel disegno della carrozzeria. La calandra anteriore è in lamiera e racchiude le 19 feritoie per il raffreddamento e il logo Fiat in plastica. A seconda della motorizzazione, le feritoie si trovano a destra (Panda 30) o a sinistra (Panda 45), semplicemente ruotando la mascherina di 180°. Il tergicristallo anteriore è unico e, sui due lati alla base del parabrezza, ci sono due piccole prese d’aria per la ventilazione dinamica dell’abitacolo apribili dall’interno. I vetri posteriori sono fissi, ma a richiesta è possibile averli con apertura a compasso come optional sia per Panda30 che su Panda45. Il portellone posteriore è grande e, una volta aperto, permette un ottimo accesso al vano di carico. Nei primi anni di produzione anche il lunotto termico è optional e ottenibile a richiesta. Centralmente è posizionata la targa, sul lato sinistro la scritta Fiat (solo fino alla fine del 1980) e sul lato destro la scritta identificativa differente a seconda della motorizzazione. I fanali posteriori verticali posti sui lati integrano stop, posizioni, frecce, retromarcia e retronebbia. La luce targa è collocata sul paraurti in posizione centrale. Le ruote hanno un disegno particolare con 8 feritoie e un piccolo coprimozzo in plastica nera posto centralmente fra i bulloni di fissaggio. Lo specchietto retrovisore è fissato alla portiera sul lato guida, in prossimità del deflettore. Il piccolo pulsante di apertura con serratura integrata, non ha un aspetto particolarmente robusto, ma si integra bene con il resto della fiancata. La cerniera superiore delle portiere è esterna, coperta da un copricerniera in plastica nera, che rimarrà pressochè identico fino alla fine della produzione. Quella inferiore è invece interna, ma accessibile dall’esterno, coperta da un tappo in gomma nera. Il bocchettone di rifornimento è posizionato sul lato destro e il tappo è in plastica nera avvitata, disponibile a richiesta con la serratura antifurto. Otto le tinte disponibili per la carrozzeria, tutte pastello: Marrone Land, Avorio Senegal, Blu smalto, Bianco Corfù, Azzuro Bahia, Nero Luxor, Beige Kenia, Rosso Siam.
INTERNI
La parte forse più innovativa e particolare della nuova Panda sono senza dubbio gli interni. I sedili anteriori hanno una struttura tubolare esile, su cui vengono calzate delle fodere in tela gommata che all’occorrenza poteva essere tolta facilmente per essere lavata o sostituita. Seppur l’aspetto sia alquanto monastico, sono tutt’altro che scomode, risultato ottenuto ispirandosi ad alcuni famosi oggetti di design e di arredamento. Il divanetto posteriore è formato da un unico telo, sempre in vinilpelle, alle cui estremità ci sono due tubi, che permettono di collocare il sedile in sette posizioni diverse: posizione normale, arretrata (spostando la posizione dei tubi nel secondo alloggiamento), ribaltata, sospesa (culla), reclinata (letto), asportata, sfilata (togliendo i tubi dal rivestimento dei sedili per il trasporto di oggetti). Lo stesso concetto di “culla”, viene ripreso per il cruscotto anteriore, dove una grande vasca sostenuta sempre da un elemento tubolare funge da vano portaoggetti. Il cruscotto racchiude invece tutto l’essenziale in un piccolo monolite in plastica di fronte al guidatore, incorporando tachimetro, contachilometri, indicatore benzina, tutte le spie e i comandi per il riscaldamento e la climatizzazione dell’abitacolo. Il volante è a due razze in plastica, con il pulsante dell’avvisatore acustico integrato. Anche i pannelli laterali sia anteriori e sia posteriori risultano essenziali e molto semplici, e le due porte anteriori hanno due grandi vasche portaoggetti in plastica. Seppur semplice l’abitacolo della Panda è ampio, arioso e ha una grande visibilità, sconosciuta a molte sue concorrenti.
LA MECCANICA
Inizialmente, agli albori del progetto, l’unico motore che viene preso in considerazione è il bicilindrico di 650 cm2 derivato dalla Fiat 126, posizionato longitudinalmente, ma in corso d’opera si decide di rendere disponibile anche il 4 cilindri di 903 cm2 della 127. Il bicilindrico è oggetto di numerose modifiche: prima fra tutte, essendo montato in posizione opposta rispetto alla 126, se ne inverte il senso di rotazione e si modifica il cambio rendendolo adatto per la trazione anteriore. Naturalmente tutti i carter esterni sono nuovi e nuova anche la testa cilindri a due condotti, con relativo collettore e carburatore doppio corpo, ventola assiale, bobina doppia uscita. Questo accorgimento, unito ad un asse a camme dal profilo più spinto, fanno arrivare il piccolo bicilindrico a 30 CV di potenza (da qui la sigla della vettura) a 5500 giri al minuto. La Panda 45 monta invece il robusto e longevo 4 cilindri in posizione trasversale che, senza ulteriori accorgimenti, ha 45 CV a 5600 giri al minuto. Per entrambe le versioni il cambio è a 4 marce, sulla 30 la prima non è sincronizzata. I freni sono a disco sulle ruote anteriori e a tamburo sulle posteriori, con circuito sdoppiato. Le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti realizzate secondo il sistema McPerson, mentre al posteriore si trova un ponte rigido con asse tubolare sospeso su molle a balestra, bilama sui primi esemplari, poi monolama. La Panda 30 riusciva a raggiungere i 115 km/h, mentre la 45 i 140 km/h.
GLI ALLESTIMENTI
Sostanzialmente le differenze di allestimento per le due versioni sono poche: la 45 monta di serie sedili reclinabili dotati di appoggiatesta, i vetri posteriori a compasso (entrambi optional sulla 30), pomello del cambio schiumato, impugnatura freno a mano rivestita e il rivestimento del pianale è in moquette bouclé invece che in gomma. Inoltre, sempre sulla 45, sono di serie la cappelliera e il tappeto in gomma nel vano di carico e sono disponibili a richiesta i rivestimenti in tela gommata, di serie è in panno. Per entrambe le versioni vi erano disponibili come optional: cinture di sicurezza con arrotolatore, lunotto termico, pneumatici Dunlop-Denovo 150/65R 345 antiforatura. Esclusivamente per la 45 si potevano ottenere: pneumatici maggiorati (145/70 SR13), cristalli atermici, predisposizione radio, tergilunotto e sedile posteriore sdoppiato. La produzione viene avviata in due diversi stabilimenti, uno a nord (Desio) e uno a sud (Termini Imerese). Le lamiere venivano però prodotte a Mirafiori, mentre il bicilindrico e i cambi a Termoli e il 4 cilindri a Rivalta. Viene posta in vendita al prezzo di 3.970.000 lire per la versione 30 e 4.702.000 lire per la 45. Seppur inizialmente il target di riferimento non riuscisse subito a comprenderla a fondo, in poco tempo il suo successo fu inarrestabile. Prodotta anche in Spagna nello stabilimento di Pamplona a marchio Seat, aiutò non poco a far sì che la piccola utilitaria si facesse strada sui mercati internazionali. Oltre il 40% della produzione era infatti destinata alla vendita al di fuori del suolo italiano. Solo per i mercati olandese e tedesco, viene realizzata una versione “entry-level” a 4 cilindri, denominata Panda 34, che monta il noto quadri cilindrico di 843 cm3 già visto sulle nostre “vecchie” 850. La prima modifica al listino arriva nel settembre del 1981, quando si aggiungono i tetti apribili (anteriore e posteriore, divisi da una traversa centrale di sicurezza) con un sovraprezzo di 160.000 lire. Ironia della sorte, nel 1981 la Panda ottiene solo il secondo posto nell’ambito premio “Auto dell’Anno”, soffiatole dalla Ford Escort terza serie.
COLLEGE / V.I.P. (UK)
La prima vera Panda “speciale”, subito riconoscibile per contenuti unici e caratterizzanti, è la College lanciata a novembre del 1984, modello che nel Regno Unito assumerà la denominazione V.I.P. Nata per rendere ancora appetibile e rinfrescare la gamma a pochi mesi dal lancio del modello completamente rinnovato, destinata specialmente ai giovani ed alla clientela femminile, che vuole versioni più ricercate ed esclusive, la College si basa su meccanica Panda 30 (45 per la Svizzera) e allestimento intermedio CL mentre la V.I.P è su base 45 Super, anche per il layout interno. Viene inizialmente prevista in sole 10 mila unità. Si tratta quindi di un modello ben riconoscibile a partire dall’estetica, che presenta una livrea bicolore totalmente metallizzata, ottenibile in due alternative: la parte superiore della carrozzeria (corrispondente al padiglione sopra la linea di cintura e al cofano motore) grigio chiaro e quella inferiore grigio scuro, oppure la parte superiore color visone e quella inferiore marrone (non disponibile sulla V.I.P.). Per renderla più incisiva ecco poi apparire un filetto divisorio doppio color antracite mentre la College/V.I.P. è identificata da una decalcomania con scritta del modello rossa alla base del montante posteriore. Inoltre presenta paraurti neri, coppe ruote integrali verniciate color argento simili a quelle montate sulla Uno SL, pneumatici maggiorati 145/70×13, vetri azzurrati e interni caratterizzati da moquette e lussuosi rivestimenti, per tappezzeria e sedili (reclinabili, con struttura dell’allestimento Super per la V.I.P.), in ciniglia microquadrettata, di colore blu scuro per esterno sui toni di grigio, marrone per esterni visone/marrone.
STÉRÉO e FM (Francia)
Per il solo mercato francese è realizzata la versione Stéréo del giugno 1980, su base 45, caratterizzata dai cerchi in lega leggera a 8 razze con mozzo grande (gli stessi ottenibili su richiesta per altri allestimenti di normale produzione) con pneumatici 150/65 R 345, dalla carrozzeria con strisce adesive rosse e dall’impianto audio offerto di serie (autoradio Autovox 7w Kanguro a due altoparlanti e antenna montata sul portellone alla base del lunotto, a sinistra). Sempre in Francia viene commercializzata la successiva FM del 1984, su base 45 CL ma con mascherina originaria in ferro, con cerchi in lega più sportivi e gomme 145/70 R13, vernice nera con doppio filetto rosso e logo specifico (una farfalla stilizzata), autoradio di serie (piazzata alla sinistra del guidatore, nel tascone) con due altoparlanti montati presso i pannelli posteriori, subito dietro il sostegno della cintura di sicurezza e l’antenna installata come sulla Stéréo.
JUNIOR e PRIMAVERA (Germania)
Nel 1982 per la Germania sono proposti due modelli speciali entrambi rossi: la Panda Junior, su base 34, con filetto nero sulla fiancata e la Panda Primavera, su base 45, con doppio filetto scuro sulla fiancata, doppio tetto apribile e un codolino in cima ai passaruota posteriori. Nella Primavera paraurti e fascioni sono verniciati in nero.
WHITE 34 (Belgio), BIANCA/NERA 45 S (UK), NERA 45 CL (Francia) e BIANCA 34 (Germania)
Nel 1984, in Belgio, dove è disponibile la Panda 34, viene allestita la versione White, caratterizzata da verniciatura integrale bianco avorio (paraurti, mascherina, cerchi ruota e borchie compresi) striscia adesiva rosso sfumato sulle fiancate con l’indicazione del modello e filetto rosso attorno alla borchia estesa a mozzo e dadi. Gli interni hanno sedili con appoggiatesta in finta pelle color cappuccino ed inserti rossi. Questo modello apparirà anche sul depliant ufficiale per i concessionari belga.
La White sarà poi la base delle versioni limitate, esclusive per il mercato inglese, “Bianca” e “Nera”, modelli basati sulla 45 Super e contraddistinti ancora da verniciature integrali degli omonimi colori (comprese le coppe tipo College, la mascherina anteriore, gli specchietti retrovisori e le appendici in plastica come le prese d’aria alla base del parabrezza e i gusci di protezione delle cerniere delle portiere). Sono dotate inoltre del classico doppio tetto apribile, mentre il modello è identificato da una scritta adesiva – nera sulla versione “Bianca” e Bianca sulla versione “Nera” – alla base del montante posteriore. Gli interni, che ricalcano l’allestimento della Super, hanno rivestimenti dedicati.
“Nera” sarà poi un allestimento su base 45 CL per la Francia del 1985 e “Bianca” infine un allestimento della 34 per la Germania, uguale alla White se non per i decori adesivi sulla fiancata, più bassi e neri.
34 TRIO (Germania)
Nel 1985 compare, sempre per la Germania, la Panda 34 Trio, così chiamata perché disponibile nelle tinte bianco, nero e rosso, la prima con decalcomanie nere, la seconda rosse e la terza bianche. Per tutte copricerchi tipo Uno SL mentre i paraurti sono neri. Gli interni sono grigi con inserti a righe colorate.
VAN, FURGONETTA E PICK-UP
Esclusivamente destinate agli impegni professionali di artigiani e lavoratori manuali sono invece gli allestimenti di carrozzeria concepiti e realizzati dalla Ilca-Maggiora, carrozzeria di Moncalieri (TO) specializzata proprio in rivisitazioni per gli usi più disparati di vetture italiane, specialmente utilitarie del marchio Fiat. Saranno tre le proposte dell’atelier moncalierese su base Panda, sia con meccanica 30 che 45 e, dopo il lancio, anche su base 4×4. La più semplice è la Van; non si tratta semplicemente di una Panda normale senza la panchetta posteriore ma un allestimento che, pur mantenendo il portellone di serie, è dotato di due sportelli basculanti che prendono il posto dei finestrini laterali posteriori apribili dall’esterno tramite una serratura dotata di chiave, con movimento e arresto regolati da pistoncini a gas. La Van ha una portata di 330 kg.
Più particolare sarà invece la Furgonetta detta “Versione SIP”, poiché l’omonima azienda di telecomunicazioni ne acquisterà molti esemplari facendola diventare uno strumento di lavoro indispensabile per i suoi tecnici ed elemento molto diffuso nei panorami urbani delle nostre città. La “SIP” di Maggiora fa a meno della panchetta posteriore e del portellone originale al posto del quale viene posta una struttura-appendice in lamiera verniciata di nero opaco che ne aumenta il volume disponibile nel vano e rende più ampia e regolare la superficie di carico. A questo si accede tramite un portello a serranda ripiegabile nella zona superiore, in prossimità del tetto, movimentabile tramite due maniglioni alla base ed una serratura con chiave. La “SIP” è resa inoltre più fruibile da due sportelli basculanti identici a quelli della Van mentre l’interno, a richiesta, può essere organizzato con pareti divisorie, paratie e cassettiere. Queste ultime, per esempio, possono essere realizzate su misura dietro i basculanti laterali con sei cassetti cadauna e venti vaschette portaminuterie. Il tutto è facilmente rimodulabile e amovibile in pochi minuti tramite pomelli a vite, così da aumentare lo spazio per carichi più ingombranti, per un totale di 310 kg e 1 m3 di volume utile. L’abitacolo per due persone, con allestimento simile alla Panda 30, è separato dalla zona di carico da una paratia in lamiera che ingloba anche gli appoggiatesta e uno sportello, per trasportare scale e strumenti lunghi mentre, questi ultimi, possono essere collocati all’esterno della vettura (presso le fiancate e il tetto) tramite appositi sostegni, sempre montati a richiesta da Ilca-Maggiora. Opportunamente modificato per reggere pesi importanti è anche il pavimento, qui in masonite ricoperta da uno strato di PVC di lunga durata e facile pulizia. Fra le dotazioni di serie anche i paraspruzzi in gomma per le ruote posteriori. Ultimo allestimento realizzato dalla Ilca-Maggiora.
Decisamente più rara delle versioni Van e Furgonetta, è la Pick-Up, realizzata rimuovendo l’intero padiglione posteriore, dal montante centrale alla coda e mantenendo solo la parte inferiore delle fiancate, fino a sopra la fanaleria posteriore (invariata rispetto alla versione normale). La Pick-Up è dotata poi di rinforzi laterali per un assemblaggio più sicuro, di un’inedita paratia divisoria con l’abitacolo anteriore in lamiera, oblò a doppio vetro con griglia protettiva e pavimentazione di carico in masonite e PVC. Al vano di carico si accede invece tramite un portellino basculante incernierato in basso, sopra il paraurti, come di consueto su questi tipi di veicoli. La Pick-Up avrà un volume utile di carico di ben 370 kg.
COLLEGE / V.I.P. (UK)
La prima vera Panda “speciale”, subito riconoscibile per contenuti unici e caratterizzanti, è la College lanciata a novembre del 1984, modello che nel Regno Unito assumerà la denominazione V.I.P. Nata per rendere ancora appetibile e rinfrescare la gamma a pochi mesi dal lancio del modello completamente rinnovato, destinata specialmente ai giovani ed alla clientela femminile, che vuole versioni più ricercate ed esclusive, la College si basa su meccanica Panda 30 (45 per la Svizzera) e allestimento intermedio CL mentre la V.I.P è su base 45 Super, anche per il layout interno. Viene inizialmente prevista in sole 10 mila unità. Si tratta quindi di un modello ben riconoscibile a partire dall’estetica, che presenta una livrea bicolore totalmente metallizzata, ottenibile in due alternative: la parte superiore della carrozzeria (corrispondente al padiglione sopra la linea di cintura e al cofano motore) grigio chiaro e quella inferiore grigio scuro, oppure la parte superiore color visone e quella inferiore marrone (non disponibile sulla V.I.P.). Per renderla più incisiva ecco poi apparire un filetto divisorio doppio color antracite mentre la College/V.I.P. è identificata da una decalcomania con scritta del modello rossa alla base del montante posteriore. Inoltre presenta paraurti neri, coppe ruote integrali verniciate color argento simili a quelle montate sulla Uno SL, pneumatici maggiorati 145/70×13, vetri azzurrati e interni caratterizzati da moquette e lussuosi rivestimenti, per tappezzeria e sedili (reclinabili, con struttura dell’allestimento Super per la V.I.P.), in ciniglia microquadrettata, di colore blu scuro per esterno sui toni di grigio, marrone per esterni visone/marrone.
STÉRÉO e FM (Francia)
Per il solo mercato francese è realizzata la versione Stéréo del giugno 1980, su base 45, caratterizzata dai cerchi in lega leggera a 8 razze con mozzo grande (gli stessi ottenibili su richiesta per altri allestimenti di normale produzione) con pneumatici 150/65 R 345, dalla carrozzeria con strisce adesive rosse e dall’impianto audio offerto di serie (autoradio Autovox 7w Kanguro a due altoparlanti e antenna montata sul portellone alla base del lunotto, a sinistra). Sempre in Francia viene commercializzata la successiva FM del 1984, su base 45 CL ma con mascherina originaria in ferro, con cerchi in lega più sportivi e gomme 145/70 R13, vernice nera con doppio filetto rosso e logo specifico (una farfalla stilizzata), autoradio di serie (piazzata alla sinistra del guidatore, nel tascone) con due altoparlanti montati presso i pannelli posteriori, subito dietro il sostegno della cintura di sicurezza e l’antenna installata come sulla Stéréo.
JUNIOR e PRIMAVERA (Germania)
Nel 1982 per la Germania sono proposti due modelli speciali entrambi rossi: la Panda Junior, su base 34, con filetto nero sulla fiancata e la Panda Primavera, su base 45, con doppio filetto scuro sulla fiancata, doppio tetto apribile e un codolino in cima ai passaruota posteriori. Nella Primavera paraurti e fascioni sono verniciati in nero.
WHITE 34 (Belgio), BIANCA/NERA 45 S (UK), NERA 45 CL (Francia) e BIANCA 34 (Germania)
Nel 1984, in Belgio, dove è disponibile la Panda 34, viene allestita la versione White, caratterizzata da verniciatura integrale bianco avorio (paraurti, mascherina, cerchi ruota e borchie compresi) striscia adesiva rosso sfumato sulle fiancate con l’indicazione del modello e filetto rosso attorno alla borchia estesa a mozzo e dadi. Gli interni hanno sedili con appoggiatesta in finta pelle color cappuccino ed inserti rossi. Questo modello apparirà anche sul depliant ufficiale per i concessionari belga.
La White sarà poi la base delle versioni limitate, esclusive per il mercato inglese, “Bianca” e “Nera”, modelli basati sulla 45 Super e contraddistinti ancora da verniciature integrali degli omonimi colori (comprese le coppe tipo College, la mascherina anteriore, gli specchietti retrovisori e le appendici in plastica come le prese d’aria alla base del parabrezza e i gusci di protezione delle cerniere delle portiere). Sono dotate inoltre del classico doppio tetto apribile, mentre il modello è identificato da una scritta adesiva – nera sulla versione “Bianca” e Bianca sulla versione “Nera” – alla base del montante posteriore. Gli interni, che ricalcano l’allestimento della Super, hanno rivestimenti dedicati.
“Nera” sarà poi un allestimento su base 45 CL per la Francia del 1985 e “Bianca” infine un allestimento della 34 per la Germania, uguale alla White se non per i decori adesivi sulla fiancata, più bassi e neri.
34 TRIO (Germania)
Nel 1985 compare, sempre per la Germania, la Panda 34 Trio, così chiamata perché disponibile nelle tinte bianco, nero e rosso, la prima con decalcomanie nere, la seconda rosse e la terza bianche. Per tutte copricerchi tipo Uno SL mentre i paraurti sono neri. Gli interni sono grigi con inserti a righe colorate.