PANDA 4x4:
l’inarrestabile
Fin dall’inizio della produzione della Panda si era pensato a una versione a 4 ruote motrici, vista la grande versatilità e robustezza della nuova vettura. La stessa Italdesign presenta nel 1980 una coppia di prototipi su base Panda con la trazione integrale, uno in particolare, la Strip, anticipa quella che poi sarà la configurazione della futura 4×4. La messa a punto richiede però qualche anno in più rispetto alla Panda normale e l’automobile viene presentata nel giugno del 1983. La Fiat si rivolge alla Steyr-Puch, azienda austriaca ben nota per certi suoi mezzi tutto-terreno con cui la Casa torinese ha avuto in passato ottimi rapporti e addirittura modelli prodotti su licenza. Rispetto alla Panda a due ruote motrici, le modifiche meccaniche sono consistenti: Le sospensioni anteriori, già di per sé valide, sono solo rinforzate; quelle posteriori invece sono sostanzialmente diverse e, seppur il sistema rimanga a ponte rigido, le balestre sono irrobustite e a tre foglie e l’assale posteriore integra un differenziale autobloccante ZF. Quest’ultimo è collegato al cambio tramite un albero di trasmissione diviso in tre tronchi, con trazione posteriore inseribile agendo su una maniglia posta sul pavimento subito dietro il pomello del cambio, operazione che si poteva fare anche in movimento a velocità moderata. Il cambio è a 5 marce con prima molto corta, gli pneumatici sono i Pirelli Winter 145 SR13. Il propulsore è il 4 cilindri derivato dalla Autobianchi A112 Elite, con cilindrata di 965 cm³ e 48 CV, velocità massima di 135 km/h. Esteticamente la Panda 4×4 ha un assetto vistosamente rialzato, fascioni paracolpi applicati sulle fiancate e paraspruzzi montati di serie. La dotazione, così come la lista degli optional, è molto ricca e il prezzo di vendita è di 9.984.000, circa due milioni in più rispetto alla 45 Super al top della gamma, quindi decisamente consistente. In poco tempo però la Panda 4×4 diventa un oggetto ambito e desiderato anche da un pubblico benestante, come auto da tenere al mare o in montagna, costruendosi un immagine tutt’altro che umile, che resiste fino alla fine della produzione.